L'ECONOMIA DELL'UNIONE SOVIETICA


Y = f(K,L)
La funzione di produzione elementare è alla base di molti modelli economici ed è definita sui fattori di produzione "capitale" K e "lavoro" L. In questa funzione f rappresenta la tecnologia, cioè la funzione di produzione.

1861: in Russia vien abolita la servitù della gleba!

L'ECONOMIA DELL'UNIONE SOVIETICA
Il fatto sopracitato del 1861 è molto importante perchè andrà a decadere il sistema economico fino ad allora vigente che era basato sulla servitù  di stampo feudale. Con le nuove regole dettate dalla c.d. RIFORMA AGRARIA si stabilì che il proprietario feudale dovesse consegnare ai contadini una quota del precedente dominio signorile, in unao PERMANENTE e con facoltà di riscatto. Per il modo con cui era avvenuta -cioè puntando SOLO sulla comunità contadina- questa riforma NON portò nè benefici immediati all'economia, nè migrazioni di massa verso le città MA aveva rafforzato le posizioni economiche di proprietari terrieri. Ciò portò i contadini ad aumentare i prezzi dei prodotti agricoli e ciò favorì il canale delle ESPORTAZIONI e portò al rafforzamento del rublo che contribuì a favorire l'industrializzazione nelle città ma solo per alcuni settori legati perlopiù ad ambienti bellici. Nelle campagne la situazione iniziò così a rendersi esplosiva. Così nel1922, dopo la Guerra Civile, nacque l'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS). Trascorserò circa 12 anni dalla rivoluzione prima che si prendessero decisioni definitive riguardo alla strada che l'economia sovietica avrebbe dovuto seguire. In questi anni l'economia del sistema sovietico conobbe principalmente TRE forme:
1-Il Capitalismo di Stato (breve periodo)
2-Il Comunismo di Guerra
3-La Nuova Politica Economica (NEP)
Le tre fasi dapprima citate vanno viste come complementari e son anche definite come le "le fasi di evoluzione del sistema sovietico" e si sono susseguite cronologicamente nell'arco di 12 anni.

1-Lenin e i dirigenti sovietici per ricostruire il primo embrione di un'economia devastata dalla Guerra Civile si ispirò all'economia di guerra germanica. In poche parole venne assunto come modello un sistema con il quale si era compiuto, in una società capitalistica, il tentativo di coordinare più o meno interamente le attività economiche in funzione degli obiettivi di Stato. Gli elementi meno contingenti di tale sistema vennero a far parte della costruzione statale sotto forma di trust (agglomerati industriali). Così facendo Lenin creò una vigorosa tradizione centralistica!



Vi fu così un breve periodo di coesistenza di poteri capitalisti e Stato rivoluzionario che fu chiamato da Lenin "Capitalismo di Stato". Nelle mani dello Stato si concentravano un numero sempre maggiore di leve della vita economica (come banche, commercio estero) mentre il commercio interno per il consumo veniva cooperativizzato sotto il controllo dei SOVIET che erano comunque dei consigli rivoluzionari formati da operai e contadini. In tale situazione accadde che gli imprenditori privati (oligarchi) cercavano di salvare il salvabile mettendo in liquidazione le aziende e trasferendo i capitali all'estero, mostrando così una forte resistenza all'ingerenza operaia e quindi allo Stato. Allo stesso tempo gli operai risultavano incapaci quando cercavano di subentrare alla gestione padronale o si limitavano a invocare l'intervento dello Stato sotto forma di nazionalizzazione. Tutto questo porterà al tramonto della gestione operaia.
Il 26/06/1918 fu emanato un decreto di nazionalizzazione generale che colpì tutte le grandi imprese. E' con tale provvedimento che prende avvio il c.d. comunismo di guerra. Oltre alla nazionalizzazione dell'industria i cardini del sistema furono centrati sull'assegnazione dei rifornimenti ai settori produttivi dei beni destinati al consumo e al commercio all'ingrosso. Visti gli anni, il potere rivoluzionario mise in opera un ziztema di requisizioni che toglieva ai contadini le loro eccedenze produttive. Così il paese era come una FORTEZZA ASSEDIATA dove vigeva la regolamentazione dei consumi. In tale situazione andarono PERSI i germi di democrazia economica acquistati durante i primi anni della rivoluzione. Le cooperative persero la loro indipendenza per trasformarsi in organismi direttamente dipendenti dallo Stato.
Nelle imprese industriali vennero sostituiti i regimi direzionali per soppiantarli dalla direzione personale nominata dall'alto (dal partito). 
In quegli anni si forgiarono gli uomini di Stato e di Partito e di tracciarono strade da cui sarebbe stato difficile tornare indietro. Con la fine del 1920 svanì il pericolo della controrivoluzione e il sistema del Comunismo di Guerra venne messo in discussione. La carestia, la miseria e le basse remunerazioni avevano generato disordine e indisciplina nelle campagne e nelle industrie. I contadini non producevano più del necessario e le aziende ebbero gravi paralisi e ritardi perchè troppo dipendenti. Ci fu così una riorganizzazione del controllo delle imprese che andarono a fini sotto il controllo di organismi locali.

La questione dei rifornimenti perseguì una nuova strada dettata dalla formazione di un mercato attraverdo liberi rapporti tra unità economicamente indipendenti. Fu appunto nella scelta di questa strada che culminò la NEP (Nuova Politica Economica).
3-La NEP ha sempre attiratol'interesse di chi si occupa di Storia sovietica e mostrò al mondo quanto fosse duttile il gruppo dirigente comunista allora guidato da Lenin (siamo nel Marzo 1921 !) nell'affrontare una realtà estremamente complessa. La nuova politica economica permise di vedere nei termini medi dei due diversi tipi di economia -capitalismo e comunismo- cioè nella realtà che la società sovietica stava affrontando. Dovendo momentaneamente rispettare le leggi di mercato, i prelevamenti furono eliminati e sostituiti dall'imposta in natura (che aveva un gettito inferiore rispetto ai precedenti prelevamenti). In tal modo i contadini rientrarono in possesso delle loro eccedenze e quindi della loro disponibilità. Tutto questo avveniva secondo il meccanismo pensato da Lenin e dai suoi collaboratori e aveva il compito di ristudiare il sistema sociale per rivedere strumenti e posizioni. Il corso della NEP durò dal 1921 al 1928.
-Nel 1923 con la crisi delle forbici ci fu il lancio del I°Piano quinquennale e la campagna di collettivizzazione dell'agricoltura. Fino ad allora la priorità fu data all'industria leggera. Nel 1925 Stalin diede l'incipit alle industrie metallurgiche dando il via a quella "seconda industrializzazione" che ancor oggi porta il suo nome. Tutto ciò fu possibile con la costruzione di nuovi impianti e con l'agricoltura nelle mani delle cooperative.

1920:Per Lenin il Comunismo era uguale al potere dei Soviet più l'elettrificazione

Lo sviluppo dell'economia sovietica si è distinto in DUE distinti periodi:
-Dal 1928 al 1940
-Dal 1948 a oggi (il libro a cui faccio riferimento è stato stampato nel 1960)
I periodi antecedenti il 1928 e quello fra il 1940 e il 1948 comprendono anni di GUERRA e di RICOSTRUZIONE.

Dei 43 anni che compongono l'era sovietica, quasi la metà sono stati dedicati a difendere la rivoluzione o a sanare le ferrite e le distruzioni. Il ritmo con cui è avvenuta quest'opera ha destato l'attenzione del mondo intero, sollevando discussioni sull'attendibilità dei dati forniti dai sovietici. Già gli indici del periodo antecedente il 1928 risultarono essere sfasati. A quei tempi ogni aumento di produzione di un dato bene entrava nel calcolo del reddito nazionale al prezzo che aveva in quell'anno di scarsa industrializzazione (dove si producevano a COSTI elevati beni che poi sarebbero entrati nella produzione corrente a prezzi più bassi). La produzione agricola poi subì un rigonfiamento in base alla quantità stimata e non in relazione a quella reale. Inoltre i servizi del commercio e delle abitazioni venivano valutati a prezzi correnti. Dal 1948 al 1955, i dati sovietici danno un incremento medio annuo del reddito nazionale intorno all'11% e gli studiosi son d'accordo. Questo secondo periodo d'industrializzazione è venutto a un ritmo superiore rispetto al primo (Per il piano settennale 1959-1965 è previsto delle fonti ufficiali un aumento del PIL del 7%).

CRISI POST-STALIN: nel giro di pochi anni dopo la morte di Stalin (1953) lo sviluppo economico ha conosciuto una gradduale modificazione delle strategie che ha occupato un QUINDICENNIO della Storia sovietica. Alla fine del Secondo Conflitto Mondiale, l'economia sovietica risultò essere molto provata: interi settori erano devastati e la manodopera era carente a causa delle perdite umane, delle esigerenze dell'esercito e delle emigrazioni belliche. Per anni i tentativi di migliorare le condizioni agricole furono inadeguati.
Intorno al 1949 - 1950 l'Unione Sovietica si trovò davanti a un periodo analogo a quello che precedette l'ascesa staliniana ma stavolta c'era in gioco la situazione internazionale! I dirigenti sovietici, abituati a pensare in modo rivoluzionario, vedevano nella II°GM un periodo di Crisi del capitalismo in tutto il mondo e la sola alternativa possibile (per loro!) era data dal modello comunista. Nel mondo coloniale il capitalismo dei Paesi Europei era stato sconfitto e nella nazione più popolosa dell'Estremo Oriente, la Cina, il modello comunista aveva oramai trionfato (ora gli unici schieramenti che si affrontavano erano il capitaliismo statunitense e il comunismo sovietico). Erano in molti a ritenere che l'anormale accrescimento del potenziale industriale degli Stati Uniti, stesse aprendo le porte a un'altra crisi come quella del 1929. 







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